giovedì 29 settembre 2011

Racconti stringati




La giornata è iniziata strana. Innanzitutto mi sono svegliato alle 10 e mezza, orario fin troppo notturno per il sottoscritto, abituato ormai a ridestarsi verso le 11 e 40-12 in poi. Faccio un lavoro che mi porta ad andare a dormire alle 2-3, debbo pur riposare. E il pensiero, comunque, che domani mi dovrò svegliare alle 5, mi fa stare un pochettino maluccio. Dopo la sveglia, ho fatto colazione e sono andato a correre. Ottimo, direte voi, tonifica il corpo e la mente meglio della RedBull, pessimo per me, aggiungo, che non ero più abituato a corse mattutine, dato che son minimo due annetti che corricchio solo di sera o pomeriggio inoltrato. Risultato: ora ho un sonno bestiale e una miriade di cose da fare. Ottimo, direte voi, avere da fare significa avere una vita pregna di impegni. Sì, aggiungo io, ma farli con la testa che sembra imbottita di gommapiuma è ben diverso dal farlo in  modalità standard. Devo, nell'ordine:

1) Scrivere un post sia per oggi che per domani, che sarò al Romics e quindi non potrei farlo a meno di non avere uno di quegli aggeggi nuovi che si chiamano I-pad, I-phone, I-chedolor e così via.
2) Scrivere due testi, prima erano racconti ora sono stati declassati a testi, di sole seicento battute(prima erano 2500 massimo ora sono stati declassati a un centinaio di parole). Seicento battute. Manco la lista della spesa è così corta, considerando gli spazi tra un oggetto e l'altro.
3) Scrivere un articolo, o un racconto, per un sito altrui. Forse lo pubblicheranno o forse no. Magari gli copioincollo un racconto vecchio, tanto chi l'ha mai letti?
4) Scrivere qualche recensione per Glama. Sono rientrato in team settimana scorsa con due nuovi pezzi, non vorrei di nuovo abbandonare la nave.
5) Attività lavorative, di dubbio entusiasmo, per il mio genitore.
6) Attività lavorative, di miglior entusiasmo, dalle 20 in poi in gelateria.
7) Attività relazionali e di visione telefilmica con la mia signorina.
8) Varie ed eventuali.

Ovviamente non le debbo fare tutte oggi. Diciamo che un paio si possono pure rimandare a domani, però il raccontino credo proprio che glielo mando a quelli lì, chissà se se lo pigliano. Per sapere di chi sto parlando, bisogna aspettare un po'. Invece per quanto riguarda i due "testi" di seicento battute ci debbo pensare un po'. Leggermente un po'.

E diciamo che, finendo questo post, ho risolto almeno parte dei miei impegni. Ma non voglio solo inserire una specie di "lavori in corso" su questa pagina. Quindi, voi che mi volete tanto bene, vi beccate un prova di racconti in sole cento parole. Così vedo se ne sono capace. Il titolo è a parte, sia chiaro.


Cambiamenti

Ho conosciuto molte donne, uomini, bambini e ragazzi nella mia vita. Alcuni mi hanno disgustato non poco, altri meno, altri li apprezzavo. Quasi tutti quelli che apprezzavo sono deceduti. Invece, guarda caso, tutti quelli che odiavo rimanevano vivi e vegeti anche a tarda età. Ci ho visto una sorta di punizione divina in tutto ciò. Da ieri però ho deciso di cambiare vita: mi sono iscritto al Pdl. Forza Silvio, sei il migliore. Siamo tutti con te!


Forza e coraggio

La gente mi tratta male. E non mi conosce. Pensa che sia arrivata dove sono solo per la mia bellezza, per la mia prestanza fisica. Non sa che ho lottato, non sa che ho pregato ogni notte per riuscire dove molte hanno fallito. Ce l’ho fatta. Per questo mi odiano, per questo non mi capiscono, per questo mi criticano. Io ho avuto coraggio, io ho avuto lo stomaco dove molti si sarebbero arresi dinanzi alle prime difficoltà. Io ho vinto, loro no. Provate voi, che criticate soltanto, a fare sesso con un settantenne per una poltrona in Regione. Io ci sono riuscita. E’ stata dura, ma ce l’ho fatta. E mi merito ciò che che mi sono conquistata.



Se questo è un Premier 

Voi che lavorate per mantenere
le vostre sudate case,
voi che trovate tornando a sera
i visi stanchi e i sorrisi spenti:
Considerate se questo è un uomo
che lavora col fango
che non conosce Pace
che scappa dai processi
un giorno sì e l’altro pure.
Considerate se questo è un Paese,
senza più dignità e senza onore
senza più gioia e piacere,
con i poveri costretti a disperarsi
per essere stati gente perbene.
Meditate che questo è il nostro Stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli,
se un giorno mai potreste averli.

La terza mi garba non poco! Forse forse la spedisco. 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi sto rotolando dal ridere... La poesia è meravigliosa!

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